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L’industria alimentare e delle bevande non si ferma

Continua l’impegno del comparto per far fronte all’ emergenza con strategie innovative per intensificare la produzione e garantire qualità e sicurezza.


Milano, 08 aprile 2020L’industria alimentare e delle bevande è tra i settori che, nonostante le misure di sospensione di molteplici attività produttive ed economiche stabilite dal Governo a livello nazionale, continua il proprio lavoro per riuscire a garantire, in una fase emergenziale come quella attuale, i regolari approvvigionamenti alimentari a tutto il nostro Paese.

Una filiera che nell’arco del 2019 ha potuto contare, secondo l’elaborazione di Senaf su dati Movimprese (Unioncamere-InfoCamere), su 61.614 imprese attive, di cui 57.917 legate all’alimentare e 3697 alle bevande, distribuite su tutto il territorio nazionale ma con una quota maggioritaria nel sud Italia. Infatti, con 29.700 aziende attive, pari a circa il 51,3% del totale a livello nazionale, il Mezzogiorno registra la quota più numerosa di imprese di produzione alimentare.

Tutte queste società sono chiamate, in questo particolare momento, a fronteggiare una sfida senza precedenti: intensificare la propria produzione, rafforzando le norme di sicurezza in modo da evitare ogni possibile rischio sanitario. Una prova a cui le aziende, pur con qualche eccezione, stanno rispondendo prontamente grazie, anche, a strategie innovative, tra cui l’adozione di tecnologie e macchinari utilizzati per garantire sia maggiori livelli quantitativi che qualitativi alla merce.

A dimostrazione della tenuta del comparto, la costante richiesta di fornitura di prodotti, avvenuta nelle prime settimane di lockdown, da parte della GDO e dei negozi di alimentari. Un massiccio aumento dei consumi dall’inizio dell’emergenza che, secondo l’ufficio studi di Confagricoltura, si è indirizzato verso il “Made in Italy” – in particolare: riso (+33%), pasta (+25%) e derivati del pomodoro (+22%) – visto come un baluardo di qualità e sicurezza dalla maggior parte degli italiani.

Un altro chiaro segnale della capacità di adattamento delle imprese italiane, in situazioni emergenziali, giunge dall’industria delle bevande. Molte aziende hanno deciso di convertire una propria linea di produzione per aiutare sia coloro che contrastano la diffusione del virus sia i consumatori, realizzando soluzioni igienizzanti a base di alcol sempre più difficili da trovare sul mercato.

Da questo contesto emergenziale risulta ancora più evidente la centralità del cibo e della sua filiera per l’intero sistema Paese. Un posizionamento che, nel prossimo futuro, deve necessariamente essere sfruttato come pilastro su cui progettare la ripartenza dell’intero sistema economico nazionale. Un’industria che però deve poter trovare luoghi in cui poter condividere la propria esperienza, maturata sia prima che dopo la diffusione del virus, e per ideare nuove strategie di business volte al consolidamento e all’espansione del comparto. Proprio per dar voce a questi fattori e a tanti altri è nata Innova Food Tech: la fiera di riferimento nel sud Italia, dedicata alle tecnologie e soluzioni per il settore alimentare e delle bevande.

La kermesse, organizzata da Senaf, ha già ottenuto la certificazione di manifestazione a carattere internazionale dalla Regione Puglia e sarà in programma dal 26 al 28 novembre presso la Nuova Fiera del Levante. Molteplici i focus che animeranno la tre giorni barese: la sicurezza alimentare, l’efficienza energetica, la sostenibilità, la robotica e i processi di certificazione. Tutti temi che, in un contesto globalizzato, come quello odierno, coinvolgono e accomunano direttamente tutte le aziende.


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